Alghe in Acquario dolce

Le Alghe in acquario dolce

Lotta alle alghe in acquario dolce - metodi diretti ed indiretti per eliminare Diatomee, alghe Verdi, alghe Nere a Pennello BBA, Cianobatteri, GSA, etc..

Le Alghe in acquario dolce rappresentano un serio problema per gli appassionati. La lotta contro le antagoniste rientra nella manutenzione ordinaria di un acquario e deve essere mantenuta costantemente. E' necessario favorire sempre un giusto equilibrio di fattori come luce, substrato, piante, pH, fertilizzazione, etc.. Ciò per incrementare la crescita delle piante per acquario a sfavore delle alghe.

L'utilizzo di piante Antialghe aiuta molto la lotta contro perchè vengono sottratti importanti elementi nutritivi. Elementi utili per le alghe che vengono resi indisponibili grazie all'introduzione di piante acquatiche a crescita veloce.

Quando necessario, e nei casi più gravi, si possono utilizzare appositi prodotti antialghe che agiscono con un'azione chimica inibente fino a farle morire. I prodotti più utilizzati sono il Protalon 707 per quelle verdi filamentose, Glutaraldeide (Carbonio liquido) per le alghe in generale, Chemiclean per i cianobatteri, etc..

Sotto-categorie

  • Alghe Nere a Pennello BBA

    Alghe Nere a Pennello BBA - Com COMBATTERE ED ELIMINARE LE ALGHE NERE A PENNELLO IN ACQUARIO DOLCE TROPICALE - BBA (BLACK BRUSH ALGAE)

    -Interventi diretti ed indiretti per risolvere il problema delle alghe nere in acquario dolce-

    Specie: Audouinella spp.

    Caratteri identificativi: Alghe Nere a Pennello , Black brush algae , sono costituite da piccoli filamenti di colore nero/bruno, di dimensioni inferiori a 5mm. Sono raccolti in ciuffetti dalla consistenza tenace. Si ancorano in modo saldo agli arredi in particolare plastica, rocce e foglie vecchie da cui è difficile toglierle anche utilizzando spazzolini. BBA è la sigla in inglese di Black Brush Algae.

    Grado difficoltà lotta: le Alghe Nere a Pennello sono molto difficili da combattere perchè è necessario tempo prima di debellarle.

    Cause: scarsa CO2 <20ppm, KH alto >5-6 punti, fertilizzazione non bilanciata, livelli di NO3 e PO4 bassi che non permettono un idoneo sviluppo delle piante. 

    Le Alghe Nere a Pennello BBA a volte si presentano anche quando le lampade sono esaurite. Un'illuminazione con gradi Kelvin elevati (>7000) favorisce lo sviluppo di BBA a pelo corto. Un carico organico (Sostanza Organica animale e vegetale, foglie morte ed escrementi dei Pesci) alto ne favorisce lo sviluppo. Il livello di Fosfato (PO4) troppo alto aumenta la crescita delle Alghe nere a pennello e per questo motivo è meglio mantenere concentrazioni di circa 0,1ppm (maggiori concentrazioni vanno valutate caso per caso e consigliate solo in acquari High-Tech con notevole massa vegetale).

    Interventi: si interviene aumentando prima di tutto la CO2 ad almeno a 20ppm. Di pari passo è fondamentale aumentare anche la disponibilità dei nutrienti. Infatti in questo le piante, avendo maggiore quantità di Carbonio, alzano notevolmente le aspettative verso gli altri parametri (nutrienti, luce, etc.). I seguenti prodotti descritti sono solo palliativi che agiscono sull'effetto e non sulla causa. 

    L'uso di acqua ossigenata sia con trattamenti "spot" che generali, come descritto qui, produce benefici momentanei. A volte arreca anche molti danni alle piante ed agli animali presenti in acquario quando somministrata in dosi esagerate. 

    Il Carbonio liquido a base di Glutaraldeide, è efficace somministrato a "spot" direttamente sulle alghe BBA con una siringa. Funziona anche come trattamento generale nella misura approssimativa di circa 0,8-1ml/10lt al giorno per un periodo di 7gg. Successivamente si effettua un cambio d'acqua del 60% circa. Anche questo prodotto, se mal dosato, danneggia seriamente molte specie vegetali. Le piante per acquario più sensibili Eriocaulon spp., Tonina spp., Syngonanthus spp., Riccardia spp., Fissidens spp., etc.. 

    L'introduzione di acqua ossigenata e Glutaraldeide, comunque concorrono a combattere le Alghe Nere a Pennello BBA perchè vengono rallentate e fortemente inibite. In particolare bloccano le spore portandole anche alla morte qualora si adottasse una strategia di intervento completa (come descritto sopra). Evitare l'uso di spazzolini perchè si aumenta la diffusione dell'alga in acquario. Ove possibile meglio estrarre l'arredo e metterlo a bagno per 30 minuti in varechina e successivamente sciacquarlo abbondantemente con acqua corrente. Come per gli altri due interventi sopra descritti anche questo agisce sull'effetto e non sulla causa dello sviluppo di BBA. 

    L'introduzione di Piante a crescita rapida Antialghe aiuta moltissimo a debellare le Alghe nere e pennello. In questo modo se ne inibisce in maniera determinate la loro diffusione. La lotta và fatta in due fasi: 

    -Prima fase: cabbassare prima di tutto il KH a 2-4 punti utilizzando appositi Sali. Aumentare la CO2 per almeno tre settimane monitorando l'aspetto delle BBA. Spesso solo attuando questo intervento con costanza e pazienza si portano le alghe a cambiare colore (rossastro o grigio chiaro) e morire. 

    Purtroppo la concentrazione della CO2 tramite tabella non è sempre reale (in caso di presenza di acidi in vasca il risultato è impreciso). E' necessario altresì fare una valutazione visiva considerando anche le bolle/sec. (almeno 1/sec). Garantire un buon pearling delle piante ed una diffusione delle bollicine attraverso il posizionamento del diffusore CO2. Meglio se sotto l'uscita del filtro o di una pompa di movimento. Quando il pearling delle piante è notevole alla IV-V ora di luce, vuol dire che fattori come luce/CO2 sono sufficienti. Da non confondere il pearling che si assiste al cambio d'acqua.

    Il KH alto spesso deriva dalla presenza di arredi/fondi calcarei che, attraverso l'immissione di CO2, alzano notevolmente questo valore.

    -Seconda Fase: trascorse le tre settimane di aumento della CO2 e abbassamento del KH di solito le Alghe Nere a Pennello BBA sono state molto inibite. In caso contrario allora si interviene monitorando i valori degli elementi principali e osservando eventuali carenze minerali sulle piante. Di solito in questi casi la fertilizzazione è sbilanciata ed è importante introdurre elementi minerali, attraverso un protocollo di fertilizzazione. Ciò per garantire una crescita rigogliosa che porta a competere le piante contro le alghe nere. 

    Purtroppo più volte  le BBA non sono dipendenti soltanto dagli squilibri di fertilizzazione in acquario. Per intervenire nel modo corretto è importante altresì portare le piante ad assorbimento degli elementi per garantire una costante crescita. Fondamentale valutare, prima di introdurre fertilizzanti, se le piante crescono (con buoni incrementi in relazione sempre alla specie in esame) o sono ferme. Nel primo caso vuol dire che gli elementi nutritivi ci sono, e forse in abbondanza, nel secondo caso invece ne manca uno o molti che bloccano la crescita. 

    In tutti e due i casi sono necessari test colorimetrici di NO3, NH4, PO4 e Ferro per verificare le concentrazioni. Si agisce introducendo maggiori fertilizzanti o dosandone meno. Successivamente abbassare i livelli di PO4 a circa 0,1ppm perchè nel momento del rilevamento di questa concentrazione vuol dire che le piante all'interno dei loro tessuti ne hanno immagazzinato già in grandi quantità. Utilizzare in maniera continuativa prodotti a base di Glutaraldeide sia come trattamenti Spot con siringa che generali per tutto l'acquario.

    Prodotti consigliati: VIMI Accelerator, DENNERLE Carbo Booster Max, DENNERLE Carbo Elixier Bio, DRAK Bactedrakon. E'quo AlgaeStop, C7, Seachem Excel, EasyLife Carbo. Ipoclorito di Sodio (in soluzione al 5% con acqua, bagno delle piante infestate per 60-90 sec. e risciacquo con acqua di rubinetto), Acqua ossigenata. Utilizzo costante di Prodotti naturali Antialghe che rilasciano acidi umici/fulvici ed altre sostanze molto utili anche per le piante e gli animali. Prodotti naturali molto utili e poco dannosi con effetti a lungo termine.

    Lampada UV: questo accessorio offre dei risultati importanti contro le BBA in acquario. Infatti riesce praticamente a bloccare la formazione di tutte le nuove alghe perchè distrugge costantemente le spore che si formano in acqua. L'azione della lampada UV però non uccide e non inibisce le BBA già presenti in acquario che dovranno essere tolte con altri interventi.

    Antagonisti vegetali: tutte le Piante acquatiche in particolare quelle a crescita rapida. Si nota spesso che le BBA si sviluppano sulle foglie di specie vegetali lente come Anubias sp., Bucephalandra spp, etc., che vengono attaccate prima delle altre.

    Antagonisti animali: a differenza di come è stato detto fino ad oggi ci sono delle novità sorprendenti che mostro attraverso questi Video 1            -             Video 2 . Le caridine in genere come ad es. Cantonesis sp. 'Crystal Red/Black' e Caridina japonica (Amano), sono animali che si cibano di queste alghe quando non trovano alimenti in vasca. In caso di presenza di BBA, è meglio incrementare la fauna degli invertebrati senza assolutamente introdurre in vasca alimenti attraverso mangimi. E' evidente che i gamberetti non gradiscono molto le alghe (quando hanno un'alternativa alimentare) ma concorrono ad inibirle fortemente a causa il loro incessante lavoro di deterioramento superficiale dei filamenti delle BBA che in questo modo si sviluppano molto lentamente.

    TUTTO L'ARTICOLO IN OGNI SUA PARTE E' DI PROPRIETA' ESCLUSIVA DI MASSIMO IANNELLA, TUTTI I DIRITTI RISERVATI - QUALSIASI USO PARZIALE O TOTALE DOVRA' ESSERE AUTORIZZATO

     

  • Alghe verdi in...

    Come eliminare le Alghe Verdi Filamentose in acquario dolce tropicale. A cura di Massimo Iannella

    Il problema delle alghe verdi in acquario dolce

    Premessa dell'Autore -  Massimo Iannella

    Questo articolo raccoglie tutte le esperienze maturate in oltre 10 anni di coltivazione di circa 500 specie di piante acquatiche osservate sia nella forma emersa (in ambiente protetto - serra tropicale) che nella forma sommersa. Le piante per acquario sono state gestite direttamente in più di 20 acquari "test" per osservarne la loro crescita e lo sviluppo di forme e colori in diverse condizioni ambientali. 

    La finalità del progetto è fornire all'appassionato tutte le informazioni riguardo la lotta e la conoscenza delle alghe verdi filamentose. Nella maggior parte degli articoli presenti sul web o nei testi dedicati all'acquario invece, si trovano come guide che forniscono soltanto indicazioni generiche. 

    Nei capitoli successivi si troveranno invece numerose descrizioni e consigli che riguardano maggiormente l'acquario di piante densamente piantumato (Acquario Hi-tech, Plantacquario, etc.). L'articolo è utile anche per situazioni differenti in cui l'appassionato coltivatore di tutti i livelli può trovarsi ad affrontare nel corso della gestione in un periodo medio-lungo. 

    La maggior parte delle indicazioni fornite non devono essere considerate esclusivamente come una soluzione definitiva al problema alghe filamentose in acquario. E' importante invece assumere queste informazioni in modo da rendere più chiari dei concetti di base e limitare così le numerose variabili che entrano in gioco. Diventa importante affrontare così il problema in un ambito maggiormente circoscritto e sicuramente più risolutivo a lungo termine. La linea proposta è quella di far comprendere le cause, concentrandosi su queste in maniera attenta e consapevole. Inutile perdere tempo a contenere soltanto gli effetti quando ormai i danni sono già visibili.

    Specie: Oedogonium spp.

    Caratteri identificativi: alghe verdi fotosintetiche caratterizzate generalmente da filamenti sottili di lunghezza variabile da pochi millimetri ad oltre 20cm. Raggruppano centinaia di specie di difficile identificazione. 

    Vivono in tutte le condizioni ambientali dove crescono le piante sopportando ampi range di pH/KH/GH, temperature (soprattutto alte). Sopportano concentrazioni variabili di elementi nutritivi sia come micro-elementi (in particolare Ferro-Fe) che come macro-elementi. 

    Sono organismi primordiali in grado di riprodursi per via sessuata ed asessuata. Colonizzano gli ambienti in maniera rapida entrando così in forte competizione con le piante superiori. 

    Le specie che interessano i nostri acquari sono principalmente di tue tipologie. La prima, più frequente, conosciuta come "alga verde filamentosa" produce dei filamenti molto lunghi (oltre 20cm) che crescono velocemente anche a distanza di poche ore e si staccano con facilità avvolgendoli con un bastoncino. La seconda tipologia, più coriacea e resistente, è conosciuta tra gli appassionati come "alga a pelliccia" che colonizza in particolare i margini delle foglie e non si stacca in nessun modo.

    Grado difficoltà lotta: medio/facile adottando metodi diretti ed indiretti compresi prodotti antialghe che per il genere Oedogonium risultano molto efficaci e risolutivi.

    Cause: scarsa CO2 <15-20ppm, fertilizzazione non bilanciata, livelli di NO3 e PO4 bassi. Illuminazione intensa o insufficiente, utilizzo di eccessiva quantità di substrati organici fertilizzati. Tutti i fattori che non permettono una buona crescita delle piante. 

    Questo tipo di alga si sviluppa facilmente anche in acqua stagnante, poco ossigenata dove c'è uno scarso movimento. Cresce anche in acquari appena allestiti dove la filtrazione meccanica e soprattutto quella biologica non è ancora sufficiente e dove la presenza di piante a crescita rapida è esigua. Anche le temperature più elevate (>26°C) favoriscono lo sviluppo delle alghe verdi filamentose. 

    Concentrazioni alte di Ferro (>0,2ppm) e soprattutto uno sbilanciamento della fertilizzazione che non permette la crescita di "massa" delle piante dovuta principalmente alla carenza/sproporzione di elementi nutritivi. Azoto-Fosforo-Potassio (NPK), determinano con certezza lo sviluppo massiccio di queste alghe verdi in acquario. La somministrazione esagerata di mangime per pesci/invertebrati stimola la formazione di queste alghe verdi filamentose. Soprattutto l'eccesso di alimenti per pesci e sovraffollamento determinano la formazione delle cosiddette alghe a pelliccia che aderiscono saldamente alle foglie e sugli arredi senza staccarsi in nessun modo. 


    Contaminazione attraverso piante o diversi veicoli di trasmissione. Le alghe verdi in acquario NON si diffondono in altri acquari come accade per i cianobatteri. In un acquario stabile dove non ci sono alghe ed in cui le piante crescono in salute, anche introducendo alghe attraverso piante contaminate, non si assiste alla loro diffusione in vasca. 

    Questo accade perchè le alghe introdotte non trovano le giuste condizioni di crescita ed "affrontano" immediatamente una intensa competizione da parte delle piante. Le piante quando sono in ottima salute in un sistema in perfetto equilibrio, le priva di nutrienti/fattori di crescita fondamentali.

    "Nel tempo, sia per puro caso attraverso le innumerevoli specie reperite in tutto il mondo e sia per fare degli appositi test, ho inserito appositamente alghe verdi in acquario. In tutte le prove effettuate non ho avuto mai  avuto un'infestazione di alghe ma nella maggior parte delle volte, in pochi giorni, sono completamente morte. Sono rimaste anche in stasi vegetativa per lungo tempo fino a scomparire. Diverso invece è il caso in cui l'acquario ospite presenta già dei problemi di gestione e le piante sono esigue o crescono male."

    In questi acquari sicuramente le alghe sono già presenti e crescono molto bene, quindi è errato imputare il loro sviluppo ad una probabile contaminazione da piante appena introdotte. C'è sempre da ricordare che nei nostri acquari le spore di moltissime specie di alghe sono già presenti in acqua perchè si introducono facilmente attraverso l'utilizzo di forbici, pinzette o simili, l'acqua dei cambi, la polvere ed i substrati utilizzati (che non sono sterili) o addirittura con un semplice soffio sul pelo dell'acqua da parte dell'appassionato. Le spore presenti restano "latenti" per tanto tempo ed attendono solo il momento favorevole per svilupparsi.”

    Acquari di nuovo allestimento: in acquari appena allestiti, in particolar modo in quelli dove si utilizzano fondi fertilizzati (allofani, organici, etc.), lo sviluppo di alghe verdi filamentose è frequente. In questo caso, prima di intervenire con metodi più mirati, si adoperano accorgimenti di carattere generale quali l'attesa della maturazione del filtro (almeno 30gg), cambi d'acqua frequenti ma non troppo corposi (max 30%), asportazione delle alghe manualmente, ossigenazione dell'acqua, introduzione costante di batteri, mantenimento dei valori di KH/GH stabili il più possibile e conducibilità di 200ppm al massimo. 

    In acquari di nuovo allestimento non è possibile inserire specie animali antagoniste delle alghe verdi in acquario in quanto i valori dell'acqua non sono stabili e gli alti livelli di NO2 (Nitriti) possono ucciderli. E' fortemente consigliato introdurre fin da subito molte Piante a crescita rapida Antialghe che eliminano velocemente dalla colonna elementi nutritivi a disposizione delle alghe; la copertura vegetale in questi acquari allestiti con substrati organici fertilizzati deve essere di almeno il 60-70% del volume netto (volume dell'acqua totale meno il volume stimato del substrato ed arredi). 

    Le piante acquatiche più utili per contrastare le alghe verdi in acquario sono specie come Egeria densa, Rotala rotundifolia (Green, Coin, Colorata, H'Ra Gia Lai, Orange Juice, Yao Yai, etc.), Vallisneria, Hygrophila corymbosa, Hygrophila polysperma, Hydrocotyle leucocephala, Hydrocotyle tripartita, Limnophila sessiliflora, Limnophila heterophylla, Limnophila aquatica, Cabomba aquatica, Ceratophyllum demersum, Ceratoperis cornuta, Ceratopteris thalictroides, Heteranthera zosterifolia, Ludwigia 'Rubin', Ludwigia palustris 'Red' 'Green', Shinnersia rivularis, Micranthemum glomeratum, Micranthemum umbrosum, Micranthemum tweedei (ex MonteCarlo) oltre a specie galleggianti molto utili come Salvinia natans, Ceratopteris pteridoides, Limnobium laevigatum, Ricciocarpos natans, Phyllantus fluitans, etc.. 

    Si possono inserire anche specie a crescita lenta che non necessitano di molte cure come ad es. Anubias, Cryptocoryne, Bucephalandra, Microsorum, Bolbitis, etc., ma a patto di avere anche una buona copertura delle piante a crescita rapida sopradescritte. Si può allestire un acquario con un layout complesso e fondo organico fertilizzato utilizzando piante particolari a crescita lenta, ma per limitare un'eventuale formazione di alghe verdi in acquario in start-up, si inseriscono mazzetti di specie vegetali a rapida crescita che successivamente si toglieranno. 

    Per limitare lo sviluppo incontrollato delle alghe verdi in acquario è necessario ridurre anche la quantità di substrato organico fertilizzato o fertilizzante da fondo attenendosi scrupolosamente alle indicazioni delle Aziende produttrici. Infatti uno degli errori più comuni è quello di allestire un acquario con poche piante concentrandosi invece su layout complessi dove per creare dislivelli, montagnole, rialzi, etc., si utilizza una gran quantità di substrato organico. 

    Questa riserva di nutrienti sarà utile in futuro ma nella fase iniziale comporta anche un grande rilascio di micro e macro-elementi con conseguente crescita algale molto invasiva. Per ovviare a questo problema, ma avere la possibilità di realizzare un layout particolare, è meglio riempire i grandi dislivelli utilizzando materiale inerte (non quarzifero) come Lapillo (opportunamente lavato) o Pomice coprendoli poi con un strato di 5cm circa di substrato scelto.

    I tre fattori chiave per la crescita delle piante: Luce - Carbonio - Azoto

    Luce: le piante sono esseri viventi fotosintetici che sintetizzano elementi complessi (zuccheri) partendo da quelli molto semplici. Sembra banale parlare di fotosintesi ma la luce dei nostri acquari riveste un ruolo cardine per la crescita delle piante e, di conseguenza, per la formazione indesiderata di alghe verdi. 

    Queste alghe verdi in acquario , antagoniste delle piante, riescono ad adattarsi molto velocemente ai cambiamenti di parametri di base come temperatura, disponibilità di elementi nutritivi, presenza di CO2, etc., ma hanno serie difficoltà nel captare diverse lunghezze d'onda elettromagnetica quando varia in lassi di tempo brevi. A differenza delle piante superiori, le alghe che ci interessano, non posseggono un'ampia gamma di pigmenti fotosintetici (Clorofilla A e B, Carotenoidi ed Antociani) e hanno grandi difficoltà nell'adattarsi in una condizione troppo variabile. 

    E' per questi motivi che molti appassionati a volte hanno sconfitto un'importante invasione algale semplicemente cambiando tipo di illuminazione come ad es. passando da neon T5 a LED o viceversa, situazione in cui le alghe diventano di un verde tenue e in pochi giorni completamente bianche/gialle, segno che la clorofilla è totalmente ossidata e danneggiata. Ovviamente in questi casi è sempre necessario comprendere la causa che ha determinato la formazione delle alghe presenti in acquario e concentrarsi meno sull'effetto. 

    Le piante invece, sotto una condizione di luce variabile, rispondono in maniera diversa ed in brevissimo tempo cambiando forma o colore ma crescendo con ritmi regolari senza subire particolari danni. Allo stesso modo però hanno bisogno della giusta illuminazione (60-80lm/lt) per non soccombere ad una situazione in cui la luce non è adeguata (20-40lm/lt) alla crescita e sussiste un notevole squilibrio verso gli altri due fattori chiave quali il Carbonio e l'Azoto. In questa circostanza le piante arrestano o rallentano di molto la crescita e quindi di conseguenza l'assorbimento degli altri elementi, le alghe prendono velocemente il sopravvento perchè hanno a disposizione maggiori quantità di nutrienti.

     

    Carbonio: principalmente disponibile attraverso Anidride Carbonica erogata con appositi impianti (necessariamente attraverso bombola e diffusore), è un altro fattore limitante per la crescita delle piante che ne riduce fortemente lo sviluppo. 

    E' impensabile gestire un plantacquario senza erogazione di CO2 in fase luminosa e su questo argomento, seppur si ascoltano ancora pareri discordanti, non è necessario fare ulteriore chiarezza. NON si può sostituire la somministrazione di Carbonio in aquario con bombola e diffusore attraverso impianti a "Gel", pasticche o liquidi miracolosi (vedi ad es. Glutaraldeide/Carbonio liquido), etc.. 

    La concentrazione ottimale di CO2 in acquario è di 15-20ppm, ma per vasche particolarmente esigenti anche di più. Purtroppo la concentrazione della CO2 tramite tabella non è sempre reale (in caso di presenza di acidi in vasca il risultato è impreciso), è necessario altresì fare una valutazione visiva considerando anche le bolle/sec. (almeno 1/sec), pearling delle piante e buona diffusione delle bollicine attraverso il posizionamento del diffusore CO2 sotto l'uscita del filtro o meglio di una pompa di movimento. 

    Quando di solito il pearling delle piante è notevole vuol dire che fattori come luce/CO2 sono buoni (da non confondere il pearling che si assiste al cambio d'acqua, questo non è rilevante, si parla di tale fenomeno quando è evidente dopo circa 5-6 ore di fase luminosa). In definitiva quando in un acquario si eroga poca CO2 la disponibilità di Carbonio diventa limitata, le piante si fermano e, seppur soddisfatte dall'intensità e tipologia di illuminazione presente e nutrienti disponibili, le alghe iniziano a proliferare incontrollate.

    L'Azoto invece determina l'aumento vero e proprio della massa vegetale e valori di NO3 (Nitrato) sotto 10ppm sono pressoché ininfluenti per la crescita della maggior parte delle piante coltivate in acquario. Concentrazioni intorno a 20ppm invece sono ideali per uno sviluppo rigoglioso delle piante a patto che le condizioni sopradescritte di Luce e Carbonio siano soddisfatte. 

    E' necessario fare molta attenzione nell'utilizzo di fertilizzanti dove l'Azoto si trova in vari forme, in particolare quando è presente anche come Ammonio, che sicuramente le piante gradiscono di più, ma che allo stesso modo diventa un forte stimolante per la formazione di alghe verdi filamentose. 

    Si può introdurre Ammonio (NH4 max 2ppm) solo in condizioni di acquario molto stabile e con presenza massiccia di piante acquatiche dove l'allestimento è stato realizzato con un substrato organico. In tutti i casi in cui la concentrazione di NO3 è inferiorie ai 10ppm e le condizioni di Luce e CO2 sono ottimali (luce 60-80lm/lt - CO2 20ppm circa), si assiste molto probabilmente alla formazione iniziale di alghe verdi filamentose soprattutto quando si somministrano fertilizzanti con microelementi contenenti Ferro o, peggio ancora, Ferro singolarmente.

    Il bilanciamento dei tre fattori chiave sopra descritti è fondamentale per limitare lo sviluppo delle alghe verdi filamentose attraverso una crescita delle piante acquatiche sana e rigogliosa. La Luce, il Carbonio e l'Azoto rispettano tassativamente la legge del minimo (Legge di Liebig) e quando soltanto uno di questi 3 elementi è presente in acquario con valori sotto soglia (come descritto sopra), si assiste alla formazione di alghe verdi.

    Continua... PARTE 2


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  • Alghe Verdi PARTE 2

    Come eliminare le Alghe Verdi Filamentose in acquario dolce tropicale.

    A cura di Massimo Iannella

    Il problema delle alghe verdi in acquario dolce

    Il Ferro come fattore limitante per la crescita delle alghe

    Il Ferro (Fe) rappresenta uno dei fattori limitanti per lo sviluppo delle alghe verdi (Diana L. Walstad - Ecologia dell'acquario di piante) e di contro ne favorisce notevolmente la crescita. Concentrazioni di Fe anche solo di 0,2ppm, in un acquario gestito male, favoriscono la formazione di alghe soprattutto in una situazione dove le piante sono in arresto vegetativo o crescono lentamente. 

    Quando nel nostro acquario iniziamo a vedere formazione di alghe verdi filamentose, la prima cosa da fare è sospendere o ridurre notevolmente la fertilizzazione a base di Fe anche se assistiamo ad una crescita regolare delle piante. Ridurre la somministrazione di Ferro spesso diventa difficile perchè la maggior parte dei fertilizzanti per acquario includono già questo micro-elemento e solo pochi lo forniscono come prodotto separato dalla fertilizzazione di base.

    In questi casi, visto che il Fe contenuto nel fertilizzante di micro-elementi e K oppure in fertilizzanti con micro e macro-elementi è in concentrazioni molto ridotte, bisogna intervenire maggiormente sui tre fattori chiave quali Luce, CO2 ed Azoto. Per far questo, nel caso di dover ridurre Azoto e Fe, si abbassa la quantità del fertilizzante somministrato (di circa il 50%) e si attende una regressione/blocco delle alghe. Mai utilizzare prodotti a base di Ferro destinati all'agricoltura (ad es. Compo per fiori) e mai sovrapporre la somministrazione di ulteriore Fe su una fertilizzazione di base che già lo contiene. 

    La problematica di eccesso di Fe in acquario deriva maggiormente dall'utilizzo di fertilizzanti che prevedono la sua integrazione separata dagli altri micro e macro-elementi. L'integrazione di Fe in acquario è preferibile per via radicale attraverso sticks, tabs, bottoms o similari, perchè l'elemento resta a disposizione per le piante a lungo senza aumentare la sua concentrazione in colonna diventando così indisponibile per le alghe. Molti appassionati si trovano spesso a dover combattere con le alghe verdi filamentose soprattutto in acquari con piante rosse e colorate. Questo accade perchè si tende ad aumentare notevolmente la concentrazione di Fe (anche 2ppm!!!) credendo erroneamente di intensificare la colorazione rossa di determinate specie di piante acquatiche aggiungendo fertilizzanti a base di Fe legati da molteplici chelanti di varia natura (con i rispettivi costi). 

    In realtà il Fe aumenta la colorazione, ma in particolare quella Verde e non le tonalità del Rosso che invece diventano più marcate con un'alta intensità luminosa (>80lm/lt) e spettro della luce utilizzato (toni caldi <8000K). Per concludere, in un acquario dove i fattori/elementi sono equilibrati fra loro, la concentrazione di Fe tra 0,2ppm e 0,5ppm è adatta per tutte le piante acquatiche conosciute.

    I micro-elementi ed il Potassio non favoriscono mai le alghe verdi

    I micro-elementi più importanti di cui necessitano le piante per crescere sono il Rame (Cu), Ferro (Fe), Zinco (Zn), Calcio (Ca), Magnesio (Mg), Manganese (Mn), Boro (B), Molibdeno (Mo) ed il Potassio (K - come macro-elemento). Ad esclusione del Fe ed esattamente al contrario di come molti credono, i micro-elementi in eccesso ed il Potassio NON favoriscono MAI la formazione di alghe verdi filamentose ed alghe in genere nei nostri acquari. I loro eccessi/carenze rappresentano invece una causa indiretta che porta al mancato assorbimento di altri nutrienti (Azoto e Fosforo) o inibizione per quanto riguarda la disponibilità di altri. E' per questi motivi che diventa necessario gestire l'acquario attraverso una fertilizzazione bilanciata senza affidarsi a soluzioni fai da te come ad es. il PMDD. 

    I micro-elementi non rappresentano un problema diretto che causa la formazione di alghe ma sicuramente la loro carenza, più pericolosa rispetto ad un eccesso, può causare seri problemi algali in quanto le piante in questa situazione deficitaria non richiedono più i macro-elementi (N e P) necessari per la loro crescita  che pian piano si accumulano in vasca rendendosi disponibili per le alghe. Per fare un esempio pratico: il Calcio ed il Boro sono micro-elementi che costituiscono le membrane cellulari e quindi responsabili della "costruzione" delle cellule meristematiche apicali. Quando uno dei due è carente la crescita degli apici gemmari si blocca e molte piante manifestano questo problema accartocciando gli apici o, in uno stato avanzato di carenza minerale, mostrando chiari segni di degenerazione degli stessi sotto forma di necrosi apicali. In questa situazione le piante arrestano la propria crescita e non hanno più aspettative verso i macro-elementi che ci interessano quali ad es. Azoto e Fosforo ma non solo. 

    Nel momento del blocco vegetativo le piante sono "ferme" e l'assorbimento dei nutrienti è notevolmente ridotto lasciando in colonna e sul fondo tutto il fertilizzante che stiamo continuando a somministrare a completa disposizione delle alghe. E' in questo preciso momento che le antagoniste prendono il sopravvento ed iniziano a proliferare velocemente poiché non hanno più competitors verso i nutrienti come le piante. 

    Far ripartire la crescita delle piante così diventa difficile e bisogna essere davvero molto esperti per comprendere l'origine di questa carenza iniziale di Calcio o Boro ed intervenire di conseguenza per far "ripartire" lo sviluppo della massa vegetale. Operare a tentativi, magari somministrando più Azoto e Fosforo o intervenire sulla Luce o CO2 credendo di stimolare la crescita, il più delle volte genera ulteriori problemi a cascata che permettono alle alghe di prendere il sopravvento senza averne più controllo.

    Ho fatto solo un esempio per far capire quanto può essere importante e subdola una carenza minerale di micro-elementi come il Ca ed il B, ma se ne potrebbero fare tanti altri che dimostrano in maniera inequivocabile come i micro-elementi non causano problemi di alghe quando sono in eccesso al contrario invece di quando sono in carenza.

    Le spore delle alghe verdi - un problema sottovalutato

    Le alghe in genere si possono riprodurre in vari modi ma quelli che ci interessano maggiormente sono per frammentazione e produzione di spore. La prima modalità, già comprensibile dalla parola stessa, è quella in cui le i filamenti delle alghe verdi si spezzano (per azione meccanica diretta oppure indiretta per il loro ciclo biologico) ed utilizzando il veicolo "acqua" si diffondono velocemente in acquario (zoospore). Per questo è davvero importante NON rimuovere mai le alghe (in particolare le BBA) utilizzando spazzole rigide in metallo o simili per "strofinarle" dagli arredi perchè in questo modo si infesta velocemente l'acquario. 

    E' bene invece, ove possibile, effettuare delle asportazioni utilizzando dei legnetti molto lunghi (ad es. quelli degli spiedini) cercando di avvolgerle tirandole via. Per facilitare l'operazione si può anche ancorare con del nastro isolante uno spazzolino da denti usato alla parte terminale del legnetto per avere così una superficie più "aggrappante" da parte delle setole che riescono ad intrappolare, senza alcun scivolamento, i lunghi filamenti delle alghe verdi. Perdere il controllo su una massa algale importante, vuol dire permettere un'altissima produzione di spore che germinando velocemente mettono l'acquario in una situazione davvero critica in cui nessun intervento successivo potrà essere risolutivo. 

    E' per questi motivi che alle prime comparse di alghe verdi bisogna subito intervenire togliendole con metodi diretti (avvolgimento dei filamenti, asportazione manuale, etc.) e con metodi indiretti effettuando una lotta costante e quotidiana per agire sia sulle cause che contemporaneamente sugli effetti. 

    La produzione di spore rappresenta il vero problema delle alghe verdi, che in una fase di sviluppo troppo avanzata, ci portando ad intervenire necessariamente ed esclusivamente con prodotti chimici antialghe (ad es. Protalon 707) perchè ogni azione da parte del coltivatore non produce più alcun effetto. Effettuato il trattamento sull'effetto, è di fondamentale importanza ripartire con il piede giusto e gradualità in modo da comprendere soprattutto le cause che hanno generato il problema per evitare "ricadute". 

    Un altro metodo per limitare ed uccidere le spore è utilizzare una lampada UV, che collegata sul filtro, riesce ad inibirle molto soprattutto nei casi in cui l'acqua dell'acquario è molto limpida. Cambi d'acqua corposi fanno più danni che altro, le spore si riducono ma si tende a portare l'acquario verso uno repentino squilibrio generale e le alghe continuano a svilupparsi in quanto le piante sono costrette ad affrontare variazioni di parametri troppo ampie in tempi brevi.

    Allelopatia

    Ci sono alcuni studi (Diana L. Walstad - Ecologia dell'acquario di piante) condotti su specie di alghe che però non sono di grande aiuto per quelle che maggiormente interessano i nostri acquari. In linea generale però si può affermare che la produzione di allelochimici, da parte delle antagoniste, è conosciuta e rappresenta un grande problema in particolar modo negli ambienti "chiusi" dove le naturali condizioni ambientali mancano e non abbiamo così "tamponi" biologici che bilanciano il sistema. 

    I cosiddetti metaboliti secondari (compresi gli allelochimici) rappresentano una vasta gamma di messaggeri chimici prodotti dalle piante e dalle alghe che regolano la competizione sia tra individui della stessa specie che fra specie diverse, mettendo in essere "armi" di difesa o risposta agli stimoli esterni per preservare da una parte l'integrità dell'individuo e dall'altra per garantire la continuazione della specie anche attraverso la possibilità di accaparrarsi in qualsiasi modo la maggior parte delle risorse disponibili. 

    In una situazione dove le alghe hanno invaso totalmente l'acquario la produzione di queste sostanze è rilevante tanto da inibire la crescita delle piante che, anche nel caso in cui siano state ripristinate tutte le condizioni favorevoli per la loro crescita, si arrestano mostrando un blocco vegetativo apparentemente inspiegabile. Fare dei cambi d'acqua e limitare soprattutto la diffusione algale contenendone lo sviluppo attraverso interventi manuali di asportazione quotidiana, limitano di molto la formazione degli allelochimici evitando anche un pericoloso accumulo in vasca molto difficile da smaltire successivamente.

    Lasciare la vasca al buio per eliminare le alghe verdi

    Questa pratica, molto diffusa tra gli appassionati, spesso è una scelta che non sempre porta al risultato sperato. Sospendere temporaneamente uno dei fattori chiave che determina la crescita delle piante, vuol dire portale ad un blocco vegetativo con conseguente accumulo in vasca dei nutrienti non più assorbiti. In questa situazione sia le alghe che le piante rallentano o arrestano il loro sviluppo e, nel momento che si riaccendono le lampade, le prime riprenderanno molto velocemente la crescita infestando l'acquario più di prima proprio perchè trovano a disposizione molti nutrienti. 

    Ridurre l'illuminazione o sospenderla (nei casi più gravi) è una soluzione che può essere adottata solo se le piante stanno crescendo molto, si fertilizza regolarmente con macro e microelementi e si fornisce CO2 >20ppm, e quando tutte le azioni specificate nel capitolo "Presenza di alghe verdi filamentose e piante acquatiche che crescono veloci" non hanno dato esito positivo. Azioni: la sospensione della luce va eseguita dopo aver tolto manualmente la maggior parte delle alghe possibili ed interrotta la fertilizzazione con Azoto, Fosforo, Ferro (ove possibile) e CO2 avendo cura di coprire i vetri dell'acquario con un panno nero.

    La durata della sospensione della luce è molto variabile ma indicativamente dopo 3 giorni le alghe, completamente al buio, iniziano a regredire arrestando la crescita e perdendo la colorazione verde. Trascorsi questi giorni si riaccende la luce e, se abbiamo notato una evidente riduzione/regressione delle alghe con cambio del loro colore, allora vuol dire che la luce era troppo intensa e in riaccensione dopo il periodo di buio, va ridotta di almeno il 30%. 

    Dopo 7-10gg Si riparte anche con l'introduzione graduale di Azoto e Fosforo (metà dosaggio) solo se visibile una reale regressione o arresto vegetativo delle alghe in modo da assecondare di pari passo la crescita delle piante senza mai esagerare. E' in questa fase che bisogna essere abili nel "capire" le piante ed osservare attentamente la crescita degli eventuali filamenti delle alghe verdi facendo leva sui vari fattori per portare il sistema ad un equilibrio ed evitare una nuova infestazione di alghe. I periodi di buio nella maggior parte dei casi non servono a nulla e devono essere fatti a distanza di almeno 60gg l'uno dall'altro in modo da far riprendere alle piante un normale ed efficiente processo fotosintetico sviluppando una così massa vegetale che supporta e fa da tampone ad interventi errati come ad es. eccessi di fertilizzazione, troppo mangime, deiezioni di pesci, etc..

    Mangime e Pesci stimolano la formazione di alghe verdi

    Come già detto in precedenza, quando in acquario si sviluppano alghe verdi a "pelliccia" la causa principale è da ricercare nella somministrazione di troppo mangime e/o numerosa presenza di pesci in acquario sovraffollato. Questa condizione permette anche la formazione di alghe verdi filamentose, alghe BBA - Alghe nere a pennello ed altre alghe che hanno a disposizione molti nutrienti, soprattutto macroelementi, che derivano da una continua produzione di sostanza organica. 

    L'errore più frequente che fa abbandonare il nostro hobby a tanti principianti è l'introduzione di pesci quando l'acquario è troppo giovane o di nuovo allestimento, o quando il sistema non è stabile e non riesce a tamponare la presenza dei pinnuti (sostanza organica derivante da mangime, deiezioni, filtrazione fisica/biologica non sufficiente, etc.) a causa di una massa vegetale scarsa e fattori/elementi sproporzionati come ad es. presenza di substrato fertilizzato, luce intensa, eccessiva fertilizzazione, etc.. 

    Ciò determina uno sviluppo algale incontrollato che genera una serie di reazioni "a catena" molto difficili da gestire perchè portano l'acquario ad un totale squilibrio dove le varie specie di alghe lo infestano così pesantemente che vanno anche in competizione fra loro. Spesso gli appassionati pur di non perdere i pesci (per ovvie ragioni) e privi di qualsiasi criterio di gestione, continuano a somministrare mangime in quantità nonostante le alghe ormai hanno preso il sopravvento innescando un processo totalmente irreversibile. 

    Anche il sovraffollamento di pesci genera ben presto molti problemi algali e bisognerebbe evitare la loro introduzione senza conoscere esattamente le necessità di crescita, i parametri migliori dell'acqua in cui sopravvivono, il volume d'acqua di cui ogni animale ha bisogno per vivere, etc.. 

    Problema che si verifica maggiormente in acquari con tanti pesci dove si tende generalmente a sottovalutare  l'aspetto "piante", come fondamentale tampone verso le alghe, preferendo ad es. l'introduzione di specie vegetali a crescita lenta come Anubias, Microsorum, Cryptocoryne, etc., magari anche ancorate su legni e rocce scelte esclusivamente per un fattore estetico, che non contribuiscono in alcun modo a contrastare le alghe.

    Il problema della Fertilizzazione con dosaggio settimanale

    Nel caso di formazione di alghe verdi filamentose in acquario è di particolare importanza gestire la fertilizzazione settimanale diversamente. I fertilizzanti liquidi adatti a questo scopo descritti in etichetta ad es. con il termine "a lenta cessione" o formulati con all'interno più chelanti presenti, non vanno assolutamente più somministrati in un'unica soluzione ma erogati quotidianamente riducendone anche la quantità (vedi il paragrafo "Come agire quando si utilizzando fertilizzanti completi "All in One") e suddividendo il dosaggio totale stabilito per 7 giorni in modo da stabilire il giusto quantitativo da erogare ogni giorno. 

    Quando è presente una formazione di alghe verdi, lasciare in colonna una grande quantità di fertilizzanti è molto pericoloso perchè i nutrienti in abbondanza oltre a favorire la crescita delle piante fanno sviluppare ancora di più le alghe già presenti. 

    In caso di blocco vegetativo delle piante, dovuto a vari motivi, i fertilizzanti che vengono somministrati in un unico dosaggio settimanale si accumulano in colonna in grandi quantità e si possono smaltire soltanto effettuando corposi cambi d'acqua.

    Valutazione dello stato dell'acquario prima degli interventi

    L'osservazione quotidiana dell'acquario e quindi lo sviluppo delle piante diventa uno dei fattori chiave per comprendere l'evoluzione del sistema e di conseguenza gli interventi da adottare.Il primo aspetto da considerare, quando siamo in presenza di alghe verdi filamentose, è quello di osservare una crescita visibile delle piante oppure no. Nell'arco di una settimana le specie vegetali più diffuse come ad es. Alternanthera, Rotala, Egeria, Bacopa, Hygrophila, Vallisneria, Echinodorus, Micranthemum callitrichoides, M. tweedei (Monte Carlo), M. glomeratum (ex M. micranthemoides), Ludwigia, Limnophila, Lysimachia, Hydrocotyle e in generale tutte quelle sopraelencate nei paragrafi precedenti, devono mostrare una crescita sana e rigogliosa con incrementi visibili in altezza giorno dopo giorno. 

    Per darci un'idea, in una condizione ottimale dell'acquario (acquario tipo: KH 0-3, GH 8-12, pH 6.00-7.00, CO2 20ppm attraverso bombola e diffusore, NO3 20ppm, PO4 0,2-1ppm, K 10-20ppm, Fe 0,1-0,2ppm, illuminazione 60-80lm/lt) una specie come Heteranthera zosterifolia mostrerà incrementi di almeno un centimetro al giorno, lo stesso accade per specie come Limnophila, Rotala etc., ed ancor di più per Shinnersia rivularis che manifesta aumento di massa anche di 5cm al giorno. 

    Al contrario, in caso di rallentamento della crescita o sviluppo anomalo con apici distorti, foglie ricurve e poco colorate, allora la valutazione da fare è ben diversa. Tutti gli interventi per combattere e/o prevenire la formazione di alghe verdi filamentose devono essere stabiliti in base a queste due osservazioni:

    • Presenza di alghe verdi filamentose e piante acquatiche che crescono veloci

    • Presenza di alghe verdi filamentose e piante acquatiche che non crescono

    Presenza di alghe verdi filamentose e piante acquatiche che crescono veloci

    -Interventi: in questa condizione la soluzione del problema è abbastanza semplice. E' chiaro che una crescita veloce delle piante ed una costante formazione di alghe verdi è determinata da nutrienti in eccesso. Effettuare soltanto test dell'acqua non è sufficiente perchè i rilevamenti non sono sempre affidabili e non identificano precisi elementi minerali e/o fattori imputati che ci interessano. E' necessario fare sempre una valutazione generale soprattutto "visiva" prendendo dei riferimenti specifici come ad es. l'osservazione quotidiana di una pianta acquatica a crescita veloce e capire le sue dinamiche nel corso del tempo, piuttosto che il pearling alla IV-V ora di luce, la colorazione delle foglie, etc.. 

    Fare dei test generici è invece utile per avere un riscontro indicativo degli interventi di correzione che si attuano considerando sempre che le risposte dell'acquario sono lente e comportano un'analisi costante e precisa non alla portata di tutti e soprattutto dell'appassionato che si vuole semplicemente divertire.  

    E' per questo che bisogna sempre iniziare con il piede giusto già dalle prime fasi di allestimento e nella scelta oculata sia della tecnica (luci, filtri, fondi, etc.) che delle piante. Per limitare l'apporto di nutrienti si deve intervenire sulla fertilizzazione che in questa situazione di infestazione algale va subito dimezzata o addirittura interrotta per quanto riguarda gli elementi di Azoto e Fosforo, mantenendo invece la somministrazione di microelementi e K (Potassio) cercando altresì di sospendere o limitare ove possibile l'introduzione di Fe (Ferro). 

    Quando le piante crescono velocemente è segno che tutti i parametri sono favorevoli e gli elementi chiave della crescita soddisfano le loro esigenze. Negli acquari dove ci sono pesci, la formazione algale è dovuta per il 99% dei casi alle loro deiezioni, alla esagerata somministrazione di mangime ed al numero elevato di pinnuti presenti (sia come numero che come specie/taglia) in rapporto al volume d'acqua. 

    La formazione di alghe verdi a "pelliccia" è caratteristica di acquari con molti pesci e dove il mangime somministrato non viene del tutto mangiato ma giace sul fondo aumentando così il carico organico e favorendo la formazione anche di alghe BBA - Alghe nere a pennello.

    In un acquario in cui le piante crescono veloci e si manifesta una formazione di alghe verdi filamentose, bisogna fare molta attenzione ad abbassare fattori chiave come Luce e Carbonio (CO2) ma operare maggiormente sulla riduzione di Azoto come NO3 (Nitrato), ma anche come NH4 (Ammonio) e peggio ancora come Urea. Indipendentemente dai valori dei test ottenuti, la sospensione/riduzione di Azoto è fondamentale per ottenere subito un risultato visibile (regressione algale o blocco vegetativo delle stesse).

    -Come agire quando si utilizzando fertilizzanti completi "All in One": nei casi in cui si utilizzano fertilizzanti cosiddetti "All in One", cioè prodotti che comprendono micro+macro elementi, operare sui singoli fattori (N, P e Fe) diventa impossibile. 

    Con l'utilizzo di questi fertilizzanti è necessario da subito ridurre la loro somministrazione del 50% ed intervenire limitando sensibilmente i fattori chiave quali Luce-Carbonio per avere un migliore rapporto con i micronutrienti. 

    E' un errore ridurre soltanto Carbonio e Luce lasciando la fertilizzazione All in One invariata, perchè le piante andranno incontro ad un arresto vegetativo causato dalla diminuzione di due fondamentali fattori di crescita, di conseguenza l'assorbimento dei nutrienti da parte delle piante si ridurrà notevolmente ed i fertilizzanti somministrati saranno in eccesso e disponibili per le alghe che prenderanno il sopravvento in pochissimi giorni.

    Presenza di alghe verdi filamentose e piante acquatiche che non crescono

    Come già ampiamente descritto nel capitolo "I tre fattori chiave per la crescita delle piante: Luce - Carbonio - Azoto" la prima azione da compiere è agire sui fattori che principalmente influiscono sulla crescita delle piante. 

    Luce, Carbonio ed Azoto però non sono sufficienti per garantire uno sviluppo vigoroso ed in salute delle piante acquatiche, ma occorrono anche tutti i micro-elementi e Potassio che devono essere presenti in equilibrio con i 3 fattori chiave. Interventi: nella maggior parte degli acquari dove c'è presenza di alghe verdi e le piante sono in stasi vegetativa, è sufficiente fare leva soltanto su uno dei 3 fattori chiave per assistere immediatamente ad una loro "ripartenza". 

    Prima di modificare qualsiasi parametro bisogna intervenire sulla CO2 aumentandola sensibilmente (portandola subito ad almeno 15-20ppm) come già descritto nello stesso capitolo e lasciare tutto invariato per almeno 5-7gg. In questa nuova situazione dove il Carbonio è nuovamente disponibile alle piante, le aspettative di crescita aumentano notevolmente e le piante iniziano ad assorbire tutti i nutrienti che sono in colonna sottraendoli alle alghe. 

    Da considerare che la maggior parte delle piante acquatiche quando necessitano di nutrienti, sia micro che macro-elementi, adottano vari sistemi di captazione degli elementi sia per via fogliare che radicale e riescono ad ottenerli anche attraverso substrati che apparentemente sembrano sterili. In realtà fra le radici ed il substrato si generano delle reazioni chimico-fisiche che determinano una nuova disponibilità degli elementi accumulati nel tempo e che fino a quel momento erano presenti in una forma non disponibile. 

    Così l'innalzamento della CO2 che apparentemente sembra essere una semplice operazione, genera notevoli benefici fin da subito per quanto sopra descritto ma anche perchè abbassando di conseguenza il pH dell'acqua rende disponibili molti elementi "dormienti" favorendo l'efficacia dei chelanti (ove presenti). Una volta che si assiste ad una timida ripresa vegetativa (si capisce dalla produzione di germogli apicali) le alghe mostreranno velocemente un arresto di crescita poichè le piante stanno assorbendo tutto ciò che è disponibile lasciando l'acquario povero di nutrienti. 

    E' proprio in questa fase, dove è chiaro il segnale delle alghe in regressione, che bisogna assecondare le aspettative delle piante garantendo la presenza costante di tutte le condizioni che favoriscono questa ripresa senza permettere l'accumulo di nutrienti in vasca. La crescita delle piante ottenuta attraverso questo intervento, limita molto lo sviluppo delle alghe ma necessita però anche di una giusta concentrazione di microelementi e Potassio per permettere una crescita sana senza distorsioni fogliari/apicali. 

    Di conseguenza, nel caso fosse stata ridotta la fertilizzazione in generale, va ripresa regolarmente con giusti dosaggi in modo da riportare lentamente tutto il sistema in equilibrio. 

    L'introduzione di Ferro in questa fase va evitato fino alla scomparsa delle alghe e le piante vanno portate quasi in clorosi ferrica per poi riprendere i dosaggi in una fase successiva. Meglio garantire il Fe per via radicale attraverso l'utilizzo di Tabs, Bottom, Stick, etc., inseriti direttamente nel substrato che non rilasciano l'elemento in colonna in favore delle alghe.

    Per quanto riguarda l'Azoto, va somministrato in ridotte quantità di pari passo alla crescita delle piante e mai quando mostrano un arresto della crescita. Il dosaggio ideale varia molto da fertilizzante a fertilizzante ma per avere un'idea molto approssimativa solitamente si riparte con 1/4 della dose normale riportata in etichetta, controllando ogni giorno lo sviluppo delle piante (vedi capitolo "I tre fattori chiave per la crescita delle piante: Luce - Carbonio - Azoto"). 

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    Phylum: Cyanobacteria

    Caratteri identificativi: alghe procariote primordiali (organismi colonizzatori) di colore verde acceso, azzurro o rossastre (in acquario dolce sono maggiormente verdi) che formano tappeti oleosi/patinosi su ogni arredo e sulle piante. 

    Sono alghe in acquario che si riconoscono facilmente toccandole con un bastoncino e sentendo l'odore aspro che le caratterizza; quando si assiste ad una notevole diffusione in vasca l'odore si percepisce anche nell'aria in prossimità dell'acquario. Spesso nel suo "manto" oleoso rimangono imprigionate molte bolle di ossigeno prodotto dall'alga stessa o dai normali processi biologici del substrato.

    Grado difficoltà lotta: molto difficile perchè è altamente virulenta e si diffonde velocemente se non contrastata ogni giorno fino ad estinzione.

    Cause: è stato scritto davvero molto sulle cause che possono favorire questa alga ma in realtà non ci sono ancora certezze in merito. Da sottolineare invece, a parer mio, un dato fondamentale che molti non accettano: i cianobatteri sono perennemente presenti in acquario (come le spore di moltissime alghe) e non possono essere mai debellati completamente. 

    La condizione primaria che ne favorisce lo sviluppo di solito, e come di consueto per le alghe in genere, risiede in una cattiva gestione della fertilizzazione e quando si assiste ad una crescita delle piante stentata, rallentata o ferma. 

    Per entrare nello specifico è da notare che la diffusione spontanea, anche in buone condizioni dell'acquario, si evidenzia soprattutto in acquari allestiti con substrati organici fertilizzati (in particolari argille scure/nere) manifestando una forma "latente" di cianobatteri perennemente presenti tra il vetro frontale (che solitamente riceve luce solare) ed il substrato stesso. 

    Altre cause indirette sono ad esempio la stagionalità, legata a processi vegetativi "rallentati" che favoriscono lo sviluppo dei cianobatteri per mancanza o riduzione dell' assorbimento dei nutrienti da parte delle piante; la predisposizione di determinate specie come Tonina spp., Syngonanthus spp., etc., che periodicamente sviluppano forme cianobatteriche solo sugli apici vegetativi; luce troppo intensa in diretta relazione alla condizione di utilizzo di "terreno organico fertilizzato" che quando irradiato fortemente tende a sviluppare cianobatteri più facilmente (meglio coprire il substrato con specie tappezzanti come ad es. Hemianthus callitrichoides, Glossostigma elatinoides, etc.).

    Interventi: Indipendentemente dalle scelte più o meno invasive la lotta a queste alghe và condotta ottemperando a quanto sotto descritto:

    Aspirazione quotidiana: con l'utilizzo di un piccolo tubicino in cui alla fine viene inserita possibilmente una canna rigida, i cianobatteri devono essere aspirati ogni giorno pulendo tutte le zone colpite e se necessario aspirando anche qualche granello di substrato interessato in modo da non lasciare alcun frammento o piccola porzione dell'alga (perchè è da questi che potrebbero svilupparsi di nuovo con molta facilità). 

    E' molto importante effettuare una disinfezione del tubo successivamente a questo trattamento perchè altrimenti, operando con gli stessi accessori che sono venuti in contatto con i cianobatteri, si reintroducono le alghe in acquario. La disinfezione può essere fatta con alcol, varechina o acqua ossigenata irrorando il tubo in ogni parte e anche all'interno facendo passare una piccola quantità di questi prodotti lasciandoli così agire per 30 minuti.

    Verifica dei parametri: la presenza di alcune macchie di cianobatteri ci potrebbe indicare che qualcosa in acquario non procede nel verso giusto, soprattutto per quanto riguarda la fertilizzazione: ma non è sempre così. 

    Quando i valori degli elementi principali (NO3, NH4, PO4, Fe) sono idoeni, la fertilizzazione è bilanciata e si verifica un'evidente crescita delle piante, le cause sono altre. Nel tempo ho verificato che spesso la presenza ridotta di queste alghe è dovuta a fattori non imputabili direttamente all'assorbimento dei nutrienti da parte delle piante ma per cause diverse come stagionalità, sbalzi di temperatura, accidentale introduzione con piante/accessori contagiati, etc. 

    Una presenza esigua, dovuta a queste cause, spesso si risolve solo aspirando queste alghe ogni giorno fino a vederle sparire perchè le condizioni dell'acquario non sono state la causa diretta della manifestazione e quindi non permettono una veloce invasione. Infatti, in questa circostanza, i cianobatteri spesso sono ridotti a piccole zone senza mostrare crescita ed espansione ma una presenza pressochè "statica" perchè non favoriti da un'idonea condizione della vasca.

    L'importanza dell'Azoto

    Con un valore di NO3 inferiore a 5ppm è necessario introdurre prodotti contenenti Azoto per avere una concentrazione di circa 10ppm. Ho verificato che sotto i 5ppm di NO3 le piante mostrano un forte rallentamento e spesso stasi vegetativa (dipende dalle specie) che blocca l'assorbimento degli altri nutrienti presenti in vasca favorendo così lo sviluppo algale. 

    La carenza di Azoto si nota maggiormente sulle foglie vecchie (dal secondo-terzo nodo in giù) delle piante a crescita rapida che mostrano una clorosi di colore giallo. Da non confondere con la carenza di Fe che si manifesta prima sulle foglie giovani con clorosi intervenaturale. La reintroduzione di Azoto, come accade nell'esempio di Utricularia graminifolia, produce un ripristino della colorazione verde in poche ore (già nelle 24 ore).

    Il NO3 sopra a 10ppm, ed in generale Azoto (NO2 - NH4), NON favorisce lo sviluppo di questo genere di alga, le cause sono da ricercare probabilmente in una errata gestione della fertilizzazione che risulta sbilanciata.

    Note: attenzione quando si usa Azoto ureico/ammoniacale (presente in alcuni prodotti) perchè il quantitativo finale di NO3 è ben più alto del titolo iniziale e l'urea non è riscontrabile dai test di normale uso acquariofilo. Da valutare anche che l'innalzamento di questo elemento è generato da mangime e rifiuti organici degli animali in acquario.

    L'importanza del Fosforo

    Un valore di PO4 inferiore a 0,5ppm a volte può determinare blocco vegetativo qualora il NO3 fosse in concentrazioni di 10ppm e più. Il rapporto conosciuto tra i due elementi N:P pari 10:1 non è sempre valido perchè dipende molto dal tipo di acquario preso in analisi. 

    Infatti questa "formula" assume importanza solo quando abbiamo di fronte una massa vegetale notevole (circa 70-80% del volume d'acqua) che necessita di elevate quantità di questi due elementi per crescere. Una concentrazione di PO4 anche di 0,2ppm a volte può causare alghe perchè altri fattori/elementi come NO3, K, CO2, Luce, etc. non sono sufficienti a far richiedere alle piante PO4 che rimane così disponibile per le alghe. 

    Innalzare la concentrazione di Fosforo è un'operazione da svolgere sempre con cautela (verificando anche la bontà dei test effettuati per monitorarlo) e gradualità: l'assorbimento di questo elemento da parte dei vegetali è lento e richiede tempo affinchè possiamo verficarne, attraverso test, l'abbassamento in acquario. 

    Anche la CEC (capacità di scambio cationico) dei substrati a base argillosa è fondamentale e da prendere in considerazione: di norma questa caratteristica dei colloidi riveste un ruolo fondamentale verso l'adsorbimento dei cationi (Fe, Ca, Mg, K, etc) ma in alcuni casi, quando sono presenti componenti delle argille come Alluminio e Ferro (complessati nell'humus), calcare, etc., si osserva il fenomeno fisico anche verso il PO4- che viene trattenuto dal suolo per uno "scambio anionico". 

    Comportamenti di questo genere sono caratteristici delle famose terre "allofane" (termine che personalmente lo ritengo errato, essendo l'allofane solo uno dei tanti componenti dei substrati argillosi utilizzati in acquariofilia) che adsorbono il PO4 e lo rilasciano gradualmente nel tempo. A tal proposito è interessante notare come tutti i supporti AquaSoil ADA dimostrino quanto detto. 

    Infatti nel libro "The Book of ADA" ci sono dei test effettuati dalla casa nipponica con cui si evidenzia che introducendo acqua con PO4 pari a 0,5ppm in contenitori contenenti Amazonia, Amazonia II, Malaya e Africana, dopo 24 ore la concentrazione dell'elemento è al di sotto di 0,01ppm. Segno inequivocabile di adsorbimento del PO4 da parte di questi fondi (ma anche di altri su cui ho potuto verificare ciò) che nel tempo tendono poi a rilasciarlo.

    Note: In definitiva, considerato quanto sopra, consiglio di fare molta attenzione prima di introdurre PO4 valutando anche che l'innalzamento di questo elemento è generato da mangime e rifiuti organici degli animali in acquario. 

    Quando abbiamo verificato una stasi vegetativa delle piante (blocco di crescita o forte rallentamento) e con certezza che le concentrazioni degli altri elementi sono idonee, in particolare valori di NO3 pari o >10ppm, CO2 >20ppm e la luce di buona intensità, allora possiamo intervenire innalzando PO4 perchè sicuramente è il fattore che limita lo sviluppo delle piante. 

    La carenza di Fosforo si manifesta con crescita stentata delle piante, foglie mature di colore verde scuro e a volte di pigmentazione violaceo/rosso , ed in fine una mancata capacità delle specie a rosetta e a stelo di ancorarsi al fondo presentando delle radici poco sviluppate. Anche la presenza di alghe verdi circolari di diametro >1-2mm sui vetri sono il chiaro sintomo di carenza di PO4.

    Il PO4 sopra 0,5ppm non favorisce lo sviluppo dei cianobatteri, le cause sono da ricercare probabilmente in una errata gestione della fertilizzazione che risulta sbilanciata. La misurazione esatta del PO4 in vasca si effettua prelevando l'acqua a circa mezzo centimetro dal fondo aspirandola delicatamente con una siringa.

    L'importanza dell'Anidride Carbonica

    Con un valore di CO2 inferiore a 20ppm, con condizioni di luce ottimale e fertilizzazione completa di macro e microelementi la crescita delle piante può risultare stentata favorendo così la comparsa di Cianobatteri. I fattori da considerare per ottenere una corretta valutazione della CO2 immessa in acquario sono:

    - tabella di riferimento pH/KH: che dà modo di ottenere approssimativamente la concentrazione di anidride carbonica. Purtroppo la tabella non offre un dato assoluto perchè non considera l'eventuale presenza di acidi deboli (es. acidi fulvici) che possono alterare di gran lunga il valore. Facendo la misurazione del pH è fondamentale non utilizzare normali test (tornasole, colorimetriici) ma pHmetro digitale perchè più preciso che ci fornisce un dato reale dell'acidità presente. In questo modo la consultazione sulla tabella con in mano pH reale e KH offre una dato più esatto della concentrazione di CO2 in vasca.

    • Tipologia del diffusore: questo accessorio è molto importante in un plantacquario, purtroppo ancora molti appassionati non lo considerano tale e così non danno importanza al fatto di una buona diffusione di CO2 nell'acqua. Diffusori di poco costo e marche non note solitamente non hanno buona qualità costruttiva e del vetro utilizzato: le bolle sono grandi e la regolazione è più difficile. Consiglio personalmente l'accessorio della Askoll che dopo prove fatte risulta essere il migliore in commercio. 

    • Questo diffusore garantisce una polverizzazione del gas formando micro-bollicine che si diffondono in modo egregio in acquario. La quantità di CO2 immessa con questo diffusore rispetto agli altri è minore perchè quella erogata viene realmente distribuita. Unici inconvenienti sono il costo, davvero molto alto e l'estetica che lascia a desiderare. Altri tipi di diffusori sono validi ma anch'essi costosi, ne esistono a motore, flipper, in vetro, etc..

    - Pulizia della pietra porosa del diffusore: periodicamente è fondamentale pulire la porosa del diffusore perchè quando sporca di alghe la diffusione della CO2 viene drasticamente ridotta. Basta alzarlo fuori dall'acqua e mettere dentro un pò di varechina facendola agire per 30 minuti, si sciacqua abbondantemente e si riposiziona.

    - Erogazione bolla/secondo: è un dato approssimativo perchè direttamente relazionato a tutti gli altri ma comunque, in un plantacquario molto piantumato, non dovrebbere scendere al di sotto di 1bolla ogni 2-3 secondi.

    - Posizione del diffusore: una posizione sotto il getto di uscita del filtro o di una pompa di movimento garantisce la diffusione del gas adeguatamente per tutto l'acquario. Ciò è fondamentale ed è necessario evitare di avere "colonne" di Anidride Carbonica che si erigono dritte sino alla superficie dell'acqua. In questo modo il 90% della CO2 è praticamente persa. La colonna di erogazione deve essere sempre "tagliata" dai getti generati da pompe/filtri. Inoltre il diffusore deve stare quasi a contatto con il substrato: così facendo si garantisce un "passaggio in acqua" di misura maggiore che permette una veicolazione di CO2 ottimale.

    - Pearling: un buon pearling nel picco della fase luminosa delle piante evidenzia un'attività fotosintetica elevata che deriva da un'illuminazione idonea e concentrazione di CO2 ottimale. Da non confondere con il pearling che si genera al cambio d'acqua. Questo dato spesso non viene considerato ma, secondo me, è quello maggiormente indicato a farci comprendere quanta CO2 stiamo erogando. Se dopo 4 ore di luce le piante ancora non dovessero mostrare pearling vuol dire che la CO2 è bassa. Importante anche verificare che il fenomeno sia evidente in ogni zona della vasca perché spesso si assiste all'emissione di bolle solo dalle piante in prossimità del diffusore.

    - Movimento superficiale: più movimento superficiale abbiamo e meno CO2 è presente in vasca perchè si facilita la dispersione in aria. Meglio tenere i getti di uscita dei filtri ad almeno 10cm dal pelo dell'acqua.

    - Rilevatore permanente di CO2: al contrario di quanto si creda questo accessorio NON rileva assolutamente la concentrazione ottimale di Anidride Carbonica in acquario ma fornisce una gradazione di pH attravero il colore del liquido contenuto nell'ampolla. E' un dato poco indicativo da correlare assolutamente a quelli descritti sopra, inoltre, per avere un rilevamento più preciso, è fondamentale cambiare il liquido reagente ad ogni cambio d'acqua dell'acquario.

    Un'alta concentrazione di CO2, >20ppm, NON favorisce lo sviluppo dei cianobatteri ma contribuisce a determinare forti squilibri tra i fattori fondamentali come luce e fertilizzazione che se non bilanciate potrebbero causare blocco vegetativo e favorire le condizioni per la crescita dei cianobatteri.

    Monitoraggio

    Dopo aver aspirato i cianobatteri di continuo per almeno 10gg è necessario fare attenzione ed osservare attentamente un eventuale sviluppo sempre nelle stesse zone. Al contrario, qualora si dovessero notare diffusioni altrove, allora i cianobatteri stanno trovando le condizioni adatte per la crescita e probabilmente invaderanno l'acquario.

    Ricrescita

    Un'eventuale sviluppo, dopo gli interventi effettuati, è normale e si affronta continuando l'aspirazione o trattando le zone colpite con prodotti come Carbonio liquido, acqua ossigenata e varechina (quest'ultima solo per i più esperti) nei dosaggi ottimali per non arrecare danni agli animali ed alle piante.

    Ipoclorito si Sodio (Varechina)

    Per quanto riguarda la candeggina i trattamenti "spot" (cioè con siringa munita di ago erogando direttamente il prodotto sull'alga e a filtro spento) vanno effettuati utilizzando possibilmente varechina Gel nei dosaggi complessivi (ottenuti dalla somma di tutti gli interventi spot effettuati al momento) MAI superiori a 5ml/100lt. In ogni caso, ed indipendentemente dagli interventi spot effettuati, è necessario fare successivamente, dopo 30 minuti dalle erogazioni, un cambio d'acqua di almeno 15-20lt per 1ml di varechina introdotta.

    Presenza di cianobatteri tra il vetro ed il substrato

    Cause/Interventi: di solito la presenza di cianobatteri tra il vetro ed il substrato è quasi normale quando si utilizzano fondi organici fertilizzati (maggiormente quelli di colore scuro), si manifestano però a volte anche in presenza di inerti come ghiaino, fluorite, etc.. Ciò è importante per far comprendere che la "forma latente" dei Cianobatteri è sempre presente in acquario. Sicuramente la causa principale dello sviluppo di questo alghe in tale posizione è l'illuminazione: infatti si manifestano soprattutto nei vetri frontali degli acquari che solitamente sono esposti in direzione di una finestra da cui penetra la luce solare. 

    Se lasciati indisturbati, in questa posizione i Cianobatteri non si sviluppano mai senza diffondersi nella parte superiore dell'acquario, al contrario spesso si assiste a notevole espansione quando si vanno a disturbare. I principali interventi che si possono effettuare per limitarli in questa condizione sono:

    -Porre un foglio/panno spesso tagliato a fascia per tutta la lunghezza del tratto di substrato esposto alla luce coprendo il vetro frontale in questa zona per almeno 30gg. Una volta tolto i Cianobatteri saranno spariti ma tenderanno comunque a riformarsi.

    -Intervenire con una siringa munita di ago e spruzzare nelle zona prodotti antialghe come Carbonio liquido, batteri e antialghe specifici nonché acqua ossigenata e varechina (quest'ultima solo per i più esperti, ma la sconsiglio) nei dosaggi ottimali per non arrecare danni agli animali e piante.

    -Ipoclorito si Sodio (Candeggina commerciale al 5%): per quanto riguarda la candeggina i trattamenti "spot" (cioè con siringa munita di ago erogando direttamente il prodotto sull'alga e a filtro spento) vanno effettuati utilizzando possibilmente varechina Gel nei dosaggi complessivi (ottenuti dalla somma di tutti gli interventi spot effettuati al momento) MAI superiori a 5ml/100lt. In ogni caso, ed indipendentemente dagli interventi spot effettuati, è necessario fare successivamente, dopo 30 minuti dalle erogazioni, un cambio d'acqua di almeno 15-20lt per 1ml di varechina introdotta.

    Presenza di Cianobatteri sugli apici delle piante

    Quando le zone interessate dalla presenza di cianobatteri sono riservate solo agli apici di alcune piante, non si presenta assolutamente un rischio elevato che potrebbe portare ad un'invasione generale dell'acquario. In questa situazione non si interviene con antibiotici o aspirazione ma esclusivamente monitorando le alghe ed agire solo in caso di espansione dalle zone di origine evitando di disturbare i cianobatteri che potrebbero altresì svilupparsi velocemente. Nel tempo ho verificato che ci sono alcune specie vegetali predisposte a sviluppare periodicamente, in prossimità degli apici, i cianobatteri. Le specie sono Eriocaulon spp., Tonina spp., ed in particolare Syngonanthus spp..


    Prodotti consigliati:
    VIMI Carbonio liquido; varechina, acqua ossigenata; Chemiclean

    Prodotti sconsigliati: gli antibiotici per batteri "Gram negativi" ed in particolare Eritromicina, non li consiglio assolutamente nel trattamento dei cianobatteri. Introducendo prodotti di questo genere si compromette in maniera determinante l'attività batterica microbica dell'acquario, in primis il filtro, generando una serie di effetti "a cascata" che danno origine a problematiche ben maggiori con la comparsa di altre tipologie di alghe. L'uso di antibiotici NON garantisce una soluzione definitiva per i cianobatteri che, in caso di condizioni favorevoli presenti nell'acquario, si rigenerano velocemente diffondendosi ovunque.

    Antagonisti vegetali: tutte le specie vegetali acquatiche in particolare quelle a crescita rapida che puoi vedere a questo link.

    Antagonisti animali: nessuno.

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  • Alghe Diatomee

    Come combattere le Alghe Diatomee in acquario dolce

    Eliminare definitivamente le alghe Diatomee senza utilizzare prodotti chimici ma solo con interventi diretti.


    Specie:
    Classe Bacillariophyceae

    Caratteri identificativi: patina marrone che copre gli arredi, vetri e piante, facilmente asportabile passandoci sopra un dito.

    Grado difficoltà lotta: molto facile.

    Cause: appare in vasche appena allestite per mancanza di batteri e/o piante antagoniste in concorso per l'assorbimento/decomposizione dei nutrienti.

    Interventi: per eliminare le Alghe Diatomee si interviene esclusivamente per aspirazione/pulizia nelle zone colpite con l'utilizzo di appositi accessori aspirafango e puliscivetro per acquario. E' necessario attendere a volte fino a 2 mesi per assistere alla totale regressione ma di solito nell'arco di 3-4 settimane spariscono da sole. E' consigliato utilizzare batteri in forma liquida da introdurre in acquario settimanalmente.

    Prodotti consigliati: batteri

    Antagonisti vegetali: tutte le specie vegetali acquatiche.

    Antagonisti animali: batteri decompositori.

    Note:
    le Alghe Diatomee si sviluppano grazie alla presenza di Silicio contenuto principalmente nell'acqua di rubinetto. Molti credono che la sua presenza sia scatenata solo da questo fattore ed esclusivamente in fase di start-up dell'acquario, in realtà spesso si assiste alla sua invasione anche in vasche già avviate da anni. 

    C'è da sottolineare che il Silicio, anche in un acquario maturo, si continua ad introdurre con i cambi d'acqua di rubinetto tagliata con quella osmotica ma senza evidenziare la diffusione di Diatomee. Personalmente ho verificato che questo problema si ripresenta quando c'è una "caduta del filtro", cioè che per un nostro errore si compromette l'attività biologica filtrante (spesso solo il lavaggio dei cannolicchi con acqua di rete/rubinetto porta a questo problema perchè nell'acqua cittadina è presente il Cloro, come disinfettante, che uccide i batteri decompositori). Ciò evidenzia che le Diatomee in mancanza di opportuni antagonisti riescono a proliferare in ogni momento.

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  • Eliminare le Alghe con...

    Eliminare le Alghe con Acqua Ossigenata - Procedura semplice e veloce per bloccare lo sviluppo di alghe in acquario dolce

    Questo articolo tratta in maniera esaustiva e chiara di come eliminare le Alghe con Acqua Ossigenata in acquario. Si utilizza il perossido di idrogeno (H2O2), comunemente chiamato acqua ossigenata. Questo disinfettante è utile per contrastare e in alcuni casi debellare lo sviluppo delle alghe. A molti appassionati questa sembrerà una metodica empirica, invece non e’ cosi. Da anni viene utilizzato questo metodo per combattere le alghe in acquario con una certa efficacia e alcune controindicazioni. Infatti se è vero che i vantaggi sono molteplici è anche vero che non rispettando una metodologia precisa di intervento rigorosa possiamo arrecare danni sia a pesci/invertebrati che alle stesse piante.

    Quando sono presenti alghe in acquario di vari tipi, è importante comprendere la causa del problema che sarà da ricercare in una cattiva conduzione dell’acquario. E' sbagliato concentrarsi solamente sull’eliminazione dell’effetto (le alghe) che si origina da motivi ben precisi. Le alghe in acquario sono "esseri viventi vegetali" primordiali che occupano praticamente ogni ecosistema acquatico e non presente sul pianeta terra. Non essendo nemiche dell’uomo svolgono compiti fondamentali di depurazione delle acque e di supporto nutritivo per molti organismi. Agli occhi di un acquariofilo però sono cosa alquanto sgradevole nonché indicazione chiara di valori non corretti.

    La presenza contenuta e minima di alcune tipologie di alghe è normale in ogni vasca e sono anche sintomo del buon andamento della stessa. Alcune specie di alghe, in caso di eccessiva invasione, danno la misura di un inquinamento più o meno intenso di quella colonna d’acqua proprio come succede in natura con fenomeni ormai noti di “eutrofizzazione”. Nei mari infatti, a causa dei fosfati riversati dai centri abitati provenienti dall’uso massiccio (soprattutto negli anni precedenti) di detersivi, si sviluppano spesso enormi colonie algali.

    La procedura di intervento di seguito descritta per eliminare le alghe con acqua ossigenata non va presa come una panacea. Questo metodo non è efficace contro tutti i tipi di alghe ma riservato solo ad alcune. Per prima cosa è necessario analizzare l’acqua della vasca e controllare in particolar modo i seguenti valori.

    LUCE: il fotoperiodo non dovrebbe essere maggiore di 8 ore escluse le vasche di coltivazione HI-TECH che ospitano piante esigenti.

    NO3: quantità di Nitrati maggiori di 20mg/l favoriscono la crescita algale spontaneamente se non presente una copertura vegetale di almeno l’80% del volume dell’acqua.

    PO4: quantità di Fosfati intorno a 1 mg/l  associati con Nitrati alti sono un fattore altamente predisponente considerando che in natura le concentrazioni di questo elemento sfiorano i 0,02mg/l (in acque non inquinate).

    FE2+: quantità di Ferro superiori a 0,1 mg/l di solito aumentano notevolmente la crescita delle alghe. Spesso la concentrazione di Fe può risultare a zero per molteplici motivi, soprattutto perché molti test non lo rilevano ma in realtà è presente in quantità massicce sotto forme chelate o legate al DOC rendendosi disponibile per “foto riduzione”.

    Altri elementi quali KH ,GH e pH sono meno importanti ma è bene che non subiscano fluttuazioni ed è meglio monitorarli in modo da avere una visione dell’andamento della vasca più precisa.

    Il prodotto che andremo ad utilizzare viene commercializzato come disinfettante ed in effetti è uno dei migliori che abbiamo a disposizione oltre a quelli chirurgici. l’acqua ossigenata immessa in vasca segue la seguente reazione chimica.

    2 H2O2 --> 2 H2O + O2


    Questo significa che alla fine del processo non avremmo nulla di più che acqua pura e Ossigeno puro
    , rappresentando un grosso vantaggio perché con questi due elementi, se le dosi iniziali saranno corrette, è difficile arrecare danni a piante per acquario e pesci.

    Da varie prove effettuate si può garantire l’efficacia del trattamento al 90% se utilizzato per combattere le seguenti tipologie di alghe.

    FILAMENTOSE VERDI

    FILAMENTOSE MARRONI

    ALGHE NERE A PENNELLO (BBA)

    CIANOBATTERI

    Mentre il trattamento per eliminare le alghe in acquario con acqua ossigenata è perfettamente inutile nel caso di invasione di alghe verdi unicellulari (fioriture algali). 

    Per eseguire il trattamento per eliminare le alghe con acqua ossigenata è necessaria Acqua Ossigenata (H2O2) a 10 volumi (3%) ed una siringa sterile. Per prima cosa è fondamentale il calcolo esatto dei millilitri di H2O2 necessari considerando un rapporto iniziale di 0,3 ml di H2O2 in un 1 litro di acqua dell'acquario. Ad es. su 100 litri netti si inseriranno 30 ml di Perossido di Idrogeno da distribuire in piccole dosi evitando l’immissione del quantitativo calcolato in un’unica somministrazione.

    Si possono scegliere, a seconda della gravità della vasca e quantità di alghe, due metodologie: il metodo “hot spot” ed il "metodo generale". Il primo si esegue quando le alghe sono in presenza ridotta oppure sono concentrate solo in un punto della vasca, particolarmente indicato per le BBA; il secondo invece si utilizza quando la vasca è invasa da alghe filamentose verdi e BBA.

    IL METODO HOT SPOT - PROCEDURA

    - spegnere il filtro;

    - rispettando la dose specificata sopra (0,3ml-H2O2/l di Acqua dell'acquario) si spruzza l’acqua ossigenata molto lentamente tramite la siringa sulle zone colpite soffermandosi per non più di due secondi. Attendere almeno 30-45 minuti e poi procedere ad un cambio dell’acqua del 10%. Questo trattamento sulle alghe nere a pennello (BBA) è del tutto risolutivo. Dopo circa 5 ore le alghe diventano completamente rosse e dopo circa 24 ore completamente bianche per poi svanire nelle successive 48 ore.

    IL METODO GENERALE - PROCEDURA

    Questo sistema è da preferire quando la presenza di filamentose verdi o marroni è massiccia, per attuarlo correttamente bisogna intervenire a tappe.

    -giorno 1: somministrazione della dose di 0,3ml-H2O2/l di H2O, attendere 30-45 minuti e poi cambiare il 15% dell’acqua.

    -giorno 2: somministrazione della dose identica a sopra, aspettare 30-45 minuti e poi cambio 15% + aspirazione delle alghe.

    -giorno 3: somministrazione della dose identica a sopra, aspettare 30-45 minuti e poi cambio 15% + aspirazione.

    Dopo il terzo giorno si notano già dei miglioramenti. Dopo il primo giorno le alghe sono più fluttuanti spinte dalla corrente della pompa/filtro. Dopo il secondo giorno hanno un aspetto che ricorda la gelatina (questo è il momento di eseguire, prima della successiva somministrazione  di H2O2, un aspirazione di tutte quelle alghe che riusciamo a togliere durante il cambio dell’acqua del 15%). Alla fine del terzo trattamento gran parte delle alghe è stata distrutta/aspirata.

    Ci sono dei casi in cui anche dopo il terzo giorno non si intravedono grossi miglioramenti. A tal proposito bisogna interrompere la somministrazione di Perossido di Idrogeno per almeno 2-3 giorni per poi riprenderla da capo. Questo perché dobbiamo dare modo alle piante di riprendersi dallo shock dovuto alla potente ossidazione subìta a livello delle pareti cellulari (H2O2 è un forte ossidante delle membrane cellulari che provoca notevoli danni). Trascorsi due tre giorni si può ripartire con un altro ciclo.

    Approfondimenti

    Ci sono degli accorgimenti che possono migliorare notevolmente il risultato ottenuto con il trattamento per eliminare le alghe con acqua ossigenata nonché la ripresa vegetativa delle piante presenti in vasca. Spesso viene indicata una concentrazione massima di 0,4 ml/l (H2O2/H20); questa dose spesso non crea nessun danno agli animali e/o piante. La dose più alta è consigliata in quei casi in cui la concentrazione di 0,3 ml/l non abbia avuto effetto. Con dosaggi troppo alti si nota a volte un leggero fervore nei pesci dovuto al fatto che il H2O2 è irritante per occhi e branchie. Altro accorgimento utile è quello di sospendere la fertilizzazione in colonna durante il trattamento e durante la settimana successiva allo stesso perché le piante non sono in grado di assimilare i nutrienti.

    Il potere ossidante dell’Ossigeno libero degrada gran parte delle sostanze nutritive soprattutto il Ferro, quindi inutile introdurli. Al contrario, alla fine del trattamento, soprattutto se si è giunti al secondo ciclo, è conveniente inserire delle pasticche/tabs da fondo direttamente vicino alle radici delle piante. Questo perchè se è vero che le foglie e i fusti delle piante sono debilitati le radici al contrario sono perfettamente sane. Quindi un buon apporto di sostanze nutritive non può che migliorare la ripresa post intervento.

    Un'altra importante nota riguarda il tempo di maturazione della vasca. In vasche allestite da anni, poiché il fondo ha accumulato grosse quantità di materiale organico, le concentrazioni (sempre e solo se la prima dose di 0,3 ml/l non abbia funzionato) possono essere aumentate anche fino 0,5-0,7 ml/l. Perché gran parte del potere ossidante dell’acqua ossigenata viene neutralizzato dal fondo stesso.

    A queste concentrazioni non si può trattare la vasca senza costante controllo ma bisogna monitorare tutto con molta accuratezza. E' importante essere pronti ad intervenire con un massiccio cambio d’acqua nel caso in cui i pesci/invertebrati incomincino a presentare spiacevoli segnali. Con queste dosi un ulteriore consiglio e quello di rimuovere dopo i 30 minuti le bollicine di H2O2 che si formano sugli arredi e sul fondo con la mano e di reinserire una dose di batteri nitrificanti in vasca dopo 3 ore circa dal trattamento. L'acqua ossigenata con dosaggi superiori a 0,3ml/l debilita leggermente anche la flora batterica presente nel filtro.

    Altra nota dolente è che molte piante come Vallisneria, Egeria densa, Cabomba, Ceratophyllum demersum, Egeria najas, etc., risentono notevolmente di questi trattamenti e nella maggioranza dei casi muoiononei giorni seguenti. Al contrario altre specie mostrano un'ottima resistenza al trattamento (ad es. Fissidens fontanus, Eriocaulon sp. 'Type 2', Eriocaulon sp. ' Australia', Pogostemon helferi, Criptocoryne sp., Echinodorus  sp., Higrophyla sp., etc.). Anche caridine Red Cherry e Neritine zebra non ne risentono assolutamente però le femmine di Red Cherry a volte perdono le uova le hanno perse.

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